L’arrivo della primavera ancora non cambia la quotidianità, inducendoci a uscire da case e palestre per correre piacevolmente fra strade e parchi.
Anche ieri il maltempo ha tempestato gran parte dell’Italia, ma tanti podisti hanno partecipato alla ventesima edizione della Maratona di Roma, un appuntamento che si è ormai consolidato come uno dei momenti di sport più interessanti di questo periodo.
La vittoria nella gara maschile è andata a Legese Shume Hailu (2:09:47), mentre la competizione “rosa” se l’è aggiudicata Geda Ayelu Lemma (2:34:49). Ma aldilà della performance dei due atleti etiopi (123 le nazioni rappresentate), la Maratona di Roma ha significato tanto per gli oltre 19 mila podisti iscrittisi alla manifestazione (infranto il record dei 16.188 iscritti del 2011).
Intanto, chi ha voluto competere fino alla fine ha dovuto allenarsi negli ultimi mesi seguendo una rigida metologia, come è normale che sia per i maratoneti.
A questi atleti viene chiesto infatti uno sforzo particolare, in un certo senso innaturale, dato che il nostro organismo deve adattarsi alle difficili condizioni fisiche necessarie per praticare questo genere di sport.
Un adeguato programma di allenamento dura circa cinque o sei mesi e prevede un costante incremento della distanza percorsa settimanalmente con le scarpe indosso.
Particolare attenzione viene riposta nella gestione del consumo di risorse, tramite un allenamento che crei le condizioni adeguate per permettere all’organismo di liberare e recuperare energie.
Chi volesse cimentarsi in questa disciplina deve comunque scegliere di affidarsi a preparatori esperti e alternare riposo e sforzo per dare al corpo la possibilità di rendere al meglio in questo tipo di attività fisica.
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